Nel vocabolario del mondo dei tessuti da tappezzeria c’è una parola, Martindale, dietro cui si nasconde la qualità stessa di un tessuto da rivestimento.
“Quanti giri di Martindale ha un tessuto?”
“Qual è il Martindale ideale per un rivestimento da tappezzeria?”
Queste domande possono apparire criptiche a chi non è del settore. Eppure vale la pena conoscere qualcosa di più, perché dietro questo nome quasi romantico si cela una delle caratteristiche più importanti di un tessuto, soprattutto quando si parla di tappezzeria.
Il metodo Martindale serve infatti a valutare la resistenza dei tessuti all’usura e a individuare i materiali più adatti al rivestimento di sedie, divani, pouf e altri elementi di arredo.
Che cos’è il metodo Martindale
Negli anni ‘40, mentre lavorava per la Wool Industries Research Association, JG Martindale inventò un test per analizzare la resistenza all’usura dei tessuti; lo stesso test che avrebbe assunto il suo nome e che ancora oggi si utilizza per valutare la qualità dei tessuti, soprattutto quelli da rivestimento.
Perché proprio i rivestimenti e i tessuti da tappezzeria? Semplice: perché sono quelli che sono sottoposti continuamente a sfregamenti involontari.
Su divani e poltrone ci sediamo e ci muoviamo, giorno dopo giorno. Tutto questo finisce per lasciare un segno sul tessuto, portandolo lentamente al logoramento e ad altri segni di usura poco piacevoli alla vista.
Far sì che il nostro “passaggio” resti inosservato nel tempo è ciò a cui aspira un buon tessuto da tappezzeria. Ed è qui che entrano in gioco i giri di Martindale.
Come funziona il test dei giri di Martindale
Il test Martindale consiste nell’analizzare tre differenti campioni di uno stesso tessuto mettendoli a contatto con un materiale abradente all’interno di specifici dispositivi elettro-meccanici.
Questi, una volta azionati, fanno partire dei cicli di sfregamento, mentre alcuni operatori specializzati osservano il tessuto e la sua risposta al continuo sfregare con il materiale abradente.
Il test termina quando il tessuto inizia a mostrare i primi segni di usura.
A questo punto viene registrato dopo quanti cicli, ovvero “giri di Martindale”, sono comparsi i primi segni di cedimento del tessuto.
Ma perché si utilizzano tre campioni di tessuto e non uno solo?
Perché per valutare la resistenza all’usura bisogna sondare non solo la resistenza all’abrasione, ma anche le prestazioni antipilling.
Test di resistenza all’abrasione
Il test di abrasione è il test Martindale per antonomasia.
Ciclo dopo ciclo, il tessuto esaminato viene sfregato continuamente e, non appena i fili dell’armatura cedono e si rompono, il test si conclude e si registrano i giri di Martindale (ovvero i cicli di abrasione) effettuati fino a quel punto.
Grazie a questo test, è possibile classificare i tessuti da rivestimento in base ai giri di Martindale che riescono a sopportare “prima di rovinarsi”. In particolare:
10.000 giri = uso personale e minimo
15.000 giri = uso personale e regolare
20.000 giri = uso pubblico e regolare
30.000 giri = uso pubblico e intensivo
40.000 giri = uso pubblico e molto intensivo
Test di pilling
Il pilling è quel fenomeno per cui un tessuto, sottoposto a continui sfregamenti, inizia a formare piccolissimi pelucchi o palline di materiale sulla superficie. Con il tempo, infatti, una piccola quantità di fibra può fuoriuscire dalla tessitura e dare origine a queste palline antiestetiche.
Un pilling leggero è piuttosto naturale e non deve destare preoccupazione. Tuttavia, è importante conoscere (e testare) anche questa caratteristica del tessuto.
Il test di pilling avviene analizzando due campioni dello stesso materiale (ed ecco così spiegato il numero tre):
- Il primo viene sfregato per circa 2.000 cicli di Martindale;
- Il secondo viene sfregato per 6.000 cicli di Martindale.
Il senso di questa doppia verifica è molto semplice: alcuni materiali tendono a formare pallini solo dopo un uso intenso.
Alla fine del test, il tessuto viene classificato in base a una specifica scala per indicare la sua propensione al fenomeno del pilling, che va da 5 (massima predisposizione al pilling) a 1 (forte resistenza al pilling).
L’universo della tappezzeria è davvero affascinante, e speriamo di avertelo dimostrato parlando di questo aspetto – i giri di Martindale – forse ancora poco conosciuto al grande pubblico, ma senza dubbio importante per comprendere quali sono i tessuti migliori per il rivestimento di poltrone e divani.
Se ti piace questo mondo e ti interessa migliorare la tappezzeria della tua casa, del tuo ufficio o del tuo hotel, ora hai sicuramente uno strumento in più per fare la tua scelta. Ma ricorda che, se hai bisogno di aiuto, puoi sempre affidarti agli esperti di Giovagnoli.
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